Alcuni fraintendimenti comuni
Ci sono alcune convinzioni - potremmo chiamarle leggende metropolitane se non fossero limitate all'ambito ristretto delle arti marziali - che si sono consolidate nei decenni e che oggi sono diventate dei fatti acquisiti. Ma errati, ovviamente.Il Taji del fico maturo. Secondo questa dottrina, per fare bene Taijiquan bisogna avere la consistenza muscolare e il tono del frutto succitato. Qualsiasi manifestazione di forza è rigorosamente da evitare, ogni accenno di vigore va sdegnato in attesa che la mitica energia vitale ci invada, probabilmente provenendo direttamente dal profondo cosmo, chissà
Il Taiji "slow-motion". Anche detto dell'Andamento Lento. L'esercizio di Taijiquan va fatto, dicono i maestri di casa nostra, come se ci muovessimo al rallentatore. E fin qui, ci può stare. Il concetto, che è corretto, si estende però a qualsiasi cosa porti l'etichetta Taiji; almeno per lo stile Yang, che è il più praticato in Occidente e, di conseguenza, anche il più snaturato.
E allora, forma al rallentatore. E va bene. Spinte (Tui Shou) al rallentatore. E andrebbe bene, almeno all'inizio. Applicazioni al rallentatore (già meno bene), spinte libere al rallentatore (e basta!), applicazioni libere al rallentatore. E se tamponiamo un Suv e il conducente ci carica col cric in mano? Speriamo, almeno, che questi esperti di Taijiquan non corrano al rallentatore.
Il Taiji dell'amore universale. Che qualcuno ha ribattezzato, con espressione indovinatissima, delle Mani Fiorite. E' la diffusissima bufala secondo la quale il Taijiquan non è fatto per combattere, ma consisterebbe in una ginnastica energetica per mantenersi in buona salute. Ovvio: 200 anni fa, in pieno feudalesimo, in Cina non avevano da mangiare, si scannavano agli angoli delle strade, uno su cento sapeva leggere e scrivere ma ciò nonostante trovarono il tempo per inventare e praticare ogni giorno la camminata dell'energia o altre frescacce di questo genere.
1 - continua
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