giovedì 11 settembre 2014

Un fiore in un pugno (parte 2)

Dopo aver riassunto la storia del Meihuaquan, occupiamoci delle sue basi teoriche. Che, come per ogni stile tradizionale, sono strettamente connesse alla filosofia e alla medicina dell'antica Cina. In particolare, nel Meihuaquan ritroviamo la teoria delle due forze opposte (Yin e Yang) e quella dei cinque elementi.

I fondamenti teorici
Dashi, una delle figure di base del meihuazhuang
Nello spiegare perché il pugilato del fior di prugno non può essere considerato uno stile esterno, al pari di uno interno, abbiamo anche elencato alcuni degli elementi che lo contraddistinguono.
Tra essi spicca, senza dubbio, la teoria delle Wu Shi, o cinque figure. Sono, per farla breve, cinque posture che costituiscono la base filosofica ed energetica del Meihua: perché una sequenza possa appartenere al Meihuaquan deve avere – canoniche o modificate, più o meno rimaneggiate a seconda della scuola o quel che si vuole – le cinque figure fondamentali o per lo meno quattro di esse.

La loro presenza è imprescindibile perché si legano ai cinque elementi della teoria dei mutamenti (quelli dell'I-king, per capirci) e perché, per come sono eseguite, rappresentano l'esercizio base di coltivazione e accrescimento del Qi. All'interno della pratica, infatti, le cinque figure costituiscono un momento di stallo: si passa dalla dinamicità del Taolu, che vuol mimare un combattimento con avversari immaginari, alla immobilità assoluta, con il respiro calmo e la mente vuota, totalmente concentrata sull'ascolto delle sensazioni che giungono dal corpo, mantenuto in una posizione fissa nonché poco naturale. È il principio dello zhan zhuang o palo immobile (站桩), fondamento di tutti gli stili di wushu cinese.
L'immobilità, unita alla concentrazione, alla respirazione profonda e all'apertura dei canali energetici determinata dalla postura, permette di accrescere il Qi, allineare la struttura ossea e assieme rilassare la muscolatura volontaria portando all'attivazione dei muscoli profondi o scheletrici.
Le jiazi (intelaiature) del Meihuaquan, indipendentemente dal ramo di appartenenza, prevedono diverse ripetizioni (fino a un centinaio) delle figure di base. La sequenza si trasforma così in un lungo esercizio di potenziamento muscolare ed energetico. Per inciso, le cinque figure richiamano direttamente i cinque petali del fior di prugno, che dà il nome allo stile e che è, anche, il fiore nazionale della Cina.

Con e senza armi
Armi tradizionali del MHQ
Un altro aspetto caratteristico del Meihuaquan (come di quasi tutti gli stili di wushu tradizionale) è l'uso delle armi. Nato in pieno Medioevo, sebbene di origine contadina e non militare, questo stile prevede da sempre l'impiego di diverse armi, trattandosi di una disciplina per l'autodifesa e non di un semplice sport da combattimento.
Le armi tipiche del Meihuaquan sono decine. Se ne citano diciotto, in alcuni testi, probabilmente come simbolo di un numero molto alto, ma le varianti sono quasi infinite. Derivano sia dalla realtà militare sia da quella agricola: in quest'ultimo caso sono l'evoluzione degli attrezzi contadini usati per il normale lavoro nei campi.
Il carretto del Meihuaquan
Una tradizione assai curiosa è poi il "carretto del Meihuaquan": se ne è trovata traccia in alcuni antichi documenti rinvenuti in modo fortuito ed è, in pratica, una curiosa carriola a una ruota che, smontata, si trasforma in un piccolo arsenale, sufficiente ad armare una mezza compagnia di fanti. Si tratta, probabilmente, più di un elemento folkloristico che di uno strumento realmente marziale. O forse la sua esistenza si spiega con la necessità di muoversi tenendo celate le proprie armi sia al nemico sia alle autorità.
A ogni modo, le armi tipiche del Meihuaquan – e che pertanto non mancano praticamente in nessuna scuola – sono la sciabola, il bastone lungo, la lancia e l'alabarda. Quest'ultima, secondo alcuni maestri, è quella che veramente caratterizza lo stile, tanto da essere presente in ogni dimostrazione.
Lancia e alabarda, armi tipiche
Nella nostra scuola, oltre alle armi citate, si studiano il bastone corto o da passeggio, il bastone a due pezzi, la spada e i manganelli (shuan kwai). Si impratichiscono, inoltre, le armi doppie tipiche del
Meihuaquan (doppia spada e doppia sciabola,
principalmente). Fanno parte della tradizione del pugilato del fior di prugno, infine, le armi flessibili (catena e corde) e i pugnali.

2 - Continua

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