martedì 12 ottobre 2010

Il Meihuaquan e l'uso della muscolatura (parte 2)

Nel Meihuaquan - ma in genere in tutte le arti marziali cinesi - non è importante soltanto conoscere, controllare e allenare la muscolatura fasica o dinamica, ma anche quella posturale, su cui abbiamo un controllo soltanto relativo (1).
Il primo passo è quello di re-imparare a usare la muscolatura strutturale nel giusto modo, ovvero "soltanto" per stare in piedi e non, anche, per reggere (o correggere) tutte le storture posturali che negli anni abbiamo accumulato. Proprio perché i muscoli posturali agiscono senza un nostro comando consapevole, spesso si sovraccaricano di lavoro per adattarsi a impostazioni sbagliate "apprese" nel corso della vita. Per esempio, una postura protesa in avanti carica gli addominali (che devono stare più contratti del normale per mantenere il busto leggermente inclinato in avanti) e iper-estende i dorsali. E' una situazione di cui noi non ci rendiamo conto (anzi ci sembra di stare perfettamente diritti e anche di essere rilassati), ma i nostri muscoli non sono dello stesso parere. Infatti dopo qualche tempo cominciano i mal di schiena o i problemi alla colonna vertebrale.

Anche senza arrivare a questi estremi, è chiaro che se il normale carico di lavoro della muscolatura strutturale quando siamo in piedi in posizione di riposo è 10, nel momento in cui assumiamo una posizione sbagliata questo lavoro diventa 13, o 15 o 20. Ed è altrettanto chiaro che se le potenzialità di lavoro dei muscoli posturali sono 40, impegnare 10 per la normale stazione eretta vuol dire lasciar libero il restante 30 per i movimenti volontari (ricordiamoci che la maggior parte dei muscoli di postura ha un ruolo anche nei movimenti consci). Nel nostro caso, per i gesti del kung fu. Se invece abbiamo un carico posturale pari a 20, la capacità di lavoro ai fini del kung fu si riduce a 20.

Liberare i muscoli posturali dai carichi di lavoro inutili non è facile perché, come abbiamo scritto, il loro funzionamento è quasi automatico. In pratica dobbiamo cancellare un ordine di lavoro errato scritto in un punto del cervello che non conosciamo bene e sovrascrivervi un'altra stringa di comando, questa volta corretta. Un po' come se dovessimo cercare un file del sistema operativo nel nostro computer per correggere una riga che, con l'uso, si è arricchita di un comando sbagliato.

Uno strumento per eseguire questa operazione è, ancora una volta, l'esercizio dello Zhan Zhuang (palo immobile). Nella forma più elementare, il Palo Immobile è un esercizio di recupero posturale, perché ti obbliga a stare in piedi fermo e in rilassatezza per 30 o 40 minuti. Praticato a intervalli regolari (l'ideale sarebbe tutti i giorni, ma si sa che il tempo è quello che è), il Palo Immobile aiuta a ritrovare una postura corretta, perché obbliga il corpo a minimizzare il carico di lavoro se vuol sopportare una seduta di così lunga durata. Non a caso quando si pratica lo Zhan Zhuang si dovrebbe ascoltare dove sono le rigidità strutturali e portare lì la mente, cercando di scioglierle.
Un secondo, importantissimo risultato dello Zhan Zhuang è che con il tempo insegna a "sentire" e individuare la muscolatura posturale. Una persona che non pratichi sport o attività fisica a particolari livelli (la partita a calcetto una volta la settimana non conta, anzi spesso peggiora la situazione) ha una vaga coscienza dei suoi muscoli dinamici, ma non ha nessuna idea di dove siano, quali siano e soprattutto come controllare i muscoli posturali. Con il suo particolare metodo di allenamento, lo Zhan Zhuang rende progressivamente consapevoli di questa muscolatura e aiuta a individuarla. E questo è, ovviamente, il primo passo per poterla utilizzare.

Dunque, lo ripetiamo ancora una volta, Zhan Zhuang è alla base del Wushu cinese e pertanto anche del Meihuaquan. Nel nostro stile si esercita con le cinque posizioni fondamentali, mantenute per un tempo molto corto in rapporto ad altri stili (c'è chi fa due ore quotidiane di Zhan Zhuang con 20 minuti su ciascuna postura) ma con un numero alto di ripetizioni (2). L'esecuzione regolare dell'esercizio fondamentale del Meihuaquan con le posizioni statiche è quindi lo strumento che ci permette di raggiungere tre obiettivi fondamentali: conoscere il nostro corpo, liberarlo dai carichi di lavoro inutili e porci nelle condizioni di utilizzarne tutte le potenzialità ai fini marziali. In più, naturalmente, allena in modo progressivo tutta la muscolatura e in special modo quelle fasce che sono maggiormente interessate al lavoro nel meihuaquan.

2 - Continua
(Nella prossima puntata: i muscoli del Meihuaquan)



NOTE
(1) Un esempio molto semplice di quanto questa parte del nostro corpo si comporti in modo poco dipendente dalla nostra volontà è la postura scorretta che deriva da cattive abitudini (stare seduti male, fare vita molto sedentaria o stare molte ore al volante) oppure da un trauma: per esempio una brutta contrattura che per qualche settimana porta un mal di spalla o di gamba da cani. La prima conseguenza del dolore è che cerchiamo in tutti i modi di farcelo passare. Il nostro corpo si abitua così a tenere la parte dolorante il più possibile scarica, ovvero a non contrarre i muscoli che fanno male. Per esempio, se abbiamo una contrattura al trapezio tenderemo a tenere la spalla in una posizione tale da non tenere in contrazione il trapezio (che, guardacaso, è proprio uno dei muscoli posturali). Anche quando il problema si risolve, in molti casi manteniamo la postura scorretta che il nostro corpo ha "imparato" in modo per noi inconsapevole. Ci vogliono settimane - e spesso qualche seduta dal fisioterapista - per ritrovare la nostra postura originale.  


(2)  Le cinque posizioni fondamentali si ripresentano una sessantina di volte nella Laojia, nella versione tramandata da Chang Dsu Yao

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