lunedì 18 ottobre 2010

Il Meihuaquan e l'uso della muscolatura (parte 3)

Quanto abbiamo detto in precedenza sull'uso della muscolatura (si vedano i post del 9 e 12 ottobre) vale in realtà per moltissimi stili di wushu tradizionale. Scendiamo ora più nello specifico, considerando le fasce muscolari più importanti nella pratica del Pugilato del fior di prugno, senza avere la presunzione di elencarle tutte o di essere esaustivi sulla funzione delle medesime. Naturalmente questo non è un trattato scientifico ma soltanto una raccolta di riflessioni che nasce soprattutto dall'esperienza. E sulla constatazione che una parte della muscolatura che sarebbe fondamentale per il Meihuaquan è trascurata nella pratica italiana.

Il prugno ingessato
Nel Meihuaquan all'italiana, ovvero nell'interpretazione che ne dà la maggior parte delle scuole (fortunatamente non tutte) vi sono alcuni evidenti errori, anche relativi proprio all'impiego di certe fasce muscolari. Basta prendere un qualsiasi video su Youtube e avere l'occhio un po' allenato per rendersene conto. Si vedrà, salvo le già citate eccezioni, scarso o nullo radicamento, rigidità del movimento, scollegamento tra braccia e parte bassa del corpo, tecniche eseguite principalmente con le braccia e non "spinte" dal basso. Più o meno lo stesso risultato che si potrebbe avere praticando Meihuaquan con un busto gessato.
Le ragioni di un risultato così scadente - soprattutto se mostrato da praticanti avanzati - sono diverse, ma in parte coinvolgono anche l'uso della muscolatura. Anzi, meglio: il non-uso di alcuni settori specifici della medesima: i glutei, per esempio, e poi tutte le fasce muscolari del dorso.

Glutei e costruzione della forza
Si insiste tanto, in tutti gli stili tradizionali cinesi, sul radicamento. "Affondare i piedi nel terreno", si dice nel Taijiquan. Gli antichi testi consigliano di "Artigliare il terreno con le dita", oppure di far penetrare le radici giù nel terreno, fino a grande profondità. Il Meihuaquan non fa eccezione. Una posizione radicata è una posizione stabile, che non barcolla, che sostiene lo sforzo compiuto dalla parte superiore del corpo e anzi lo alimenta (concetto fondamentale, quello dell'alimentazione dal basso). Radicarsi, nel Meihuaquan, appartiene ai fondamenti dello stile stesso (1) e si apprende fin dall'inizio della pratica.
Essenziale, nel trovare il corretto radicamento a terra, è la funzione dei glutei, che devono avere la giusta contrazione e "spremere" l'energia spingendola nei piedi. Stringere l'ano e abbassare il Ch'i, dicono gli antichi maestri. Questo concetto è stato sempre ben trasmesso anche in Italia, ma pochissimo applicato dai praticanti, che tendono a mantenere i glutei rilassati (e spesso dimenticano anche la retroversione del bacino) per una banale questione di comodità. In questo modo scaricano la contrazione sulla zona lombare, la parte bassa del corpo resta debole, lassa; quella alta contratta, la catena cinetica della forza va (al massimo) dalle anche alle braccia e non si crea l'unità d'azione del corpo.
Si realizza quella che potremmo descrivere come una piramide rovesciata, dove la base (ovvero la parte forte) sta in alto e la punta (ovvero la parte flessibile) in basso. Che stabilità potrà mai esserci in una piramide appoggiata sulla punta?

Schiena e trasmissione della forza
L'uso della schiena è, a nostro parere, il vero grande assente nel Meihuaquan italiano. Come abbiamo detto, si è posto da sempre l'accento sull'importanza delle anche nell'esecuzione delle tecniche e quasi tutti i maestri insistono anche sulla contrazione dei glutei e la chiusura dell'ano, sebbene non tutti gli allievi comprendano l'importanza di questi principi.
Riguardo alla schiena, all'uso della muscolatura dorsale e al ruolo della medesima nella trasmissione della forza dai piedi alle braccia, invece, si è sempre detto poco o niente. Verificarlo è semplice: osservando le esecuzioni che si trovano in Internet, ancora una volta, ma anache leggendo i documenti che reperibili sempre nella Rete. La stragrande maggioranza di essi suona più o meno così: la forza si sviluppa nei piedi, è trasmessa (altri dicono governata) dalle anche, sale lungo la colonna vertebrale e arriva alle braccia. Detto ciò, ci si dilunga in spiegazioni su come devono essere i piedi, le gambe, la vita, le spalle... E si salta in pianta tutto quel che c'è tra l'asse iliaco e il cingolo scapolare.
Inutile chiedersi le ragioni, che sono principalmente contingenti e legate alla storia del Meihuaquan in Italia. L'importante è capire che il dorso ha un ruolo e approfondire quale sia.
La forza si sviluppa in primo luogo dalla postura, che - abbiamo già detto - dev'essere bassa e radicata. Per questo si dice che la forza nasce dai piedi. Ma non basta dire che si trasmette attraverso le anche per poi giungere "passando per la colonna vertebrale" alle braccia: si trasmette attraverso tutto il corpo ed è implementata dall'azione coordinata e sinergica di tutti i muscoli, abituati dalla pratica e dalla tecnica a lavorare in sincrono per aggiungere forza alla forza. L'espressione della forza nel Meihuaquan (come in diversi altri stili cinesi del resto) è come una valanga, che si forma in alto sulla montagna e man mano che scende si arricchisce di nuovo materiale. Con la differenza che nel caso nostro nasce in basso e si incrementa salendo verso l'alto. Il Fa Li (manifestazione di forza) nel nostro stile nasce dai piedi, riceve una spinta decisiva dai glutei e dalla frustata dell'anca (rapida rotazione della medesima favorita da un movimento eseguito a muscolatura rilassata), è trasmesso e potenziato dalla schiena con relativa muscolatura e si scarica attraverso il braccio.
Il dorso non è un semplice luogo di passaggio. La rapida rotazione dell'anca deve portare a una rotazione altrettanto decisa (e sinergica) della schiena, i dorsali devono lavorare, idem il trapezio nonché - a livello più avanzato - i muscoli posturali della colonna vertebrale.
Perché questo sia possibile, Dorsali, trapezio, e muscolatura interna della schiena devono essere sciolti, elastici, estensibili. Occorre molto lavoro di preparazione, perché la schiena è il naturale deposito di tutte le contratture del corpo, anche quelle di origine psicosomatica (ci sono molti studi al riguardo, reperibili anche in rete). Per questo è basilare sia lo Zhan Zhuang sia il lavoro sui fondamentali, con torsioni e controtorsioni continue del dorso.

Basta seguire gli antichi
Del resto non sarà un caso se ben due delle cinque posizioni fondamentali del Meihuaquan prevedono un lavoro specifico proprio sulla schiena. Le posizioni in questione sono quelle che vedete nelle due foto, prese a prestito dal professor Lu Jian Min (università di Heze).
Il lavoro di torsione della schiena è evidente e non c'è bisogno di aggiungere niente. Inoltre in almeno altre due delle cinque posizioni fondamentali è richiesto uno specifico lavoro di apertura dei dorsali (aprire la schiena e comprimere il petto) che porta a liberare - quindi a mobilizzare - i muscoli posturali del dorso, oltre che ad abbassare - e quindi mobilizzare, ovvero rendere attive nel movimento - le spalle.
Queste posizioni - in tutto ben quattro su cinque delle fondamentali - sono ripetute, come si è scritto, più volte nell'esercizio di base dello stile di Bai Jindou (la  Meihua Laojia o 5 Shaolin). Dunque è chiaro il messaggio che viene dagli antichi maestri: sciogliete la schiena e usatela come una molla per scaricare la forza che prendete dal terreno. Per farlo occorre molto lavoro di base, per liberare e imparare a usare la relativa muscolatura. Ma siamo alle solite: fare tanto lavoro di base è difficile, faticoso e soprattutto noioso: si vuol passare subito alle forme, alle tecniche avanzate.
 E così si trascinano errori che prima o poi dovremo correggere. Oppure continueremo a fare il Pugilato del prugno ingessato.








3 - fine (per ora)
Le prime due puntate sono state messe online il 9 e 12 ottobre



 (1) Lo stile del Fior di prugno, nella sua variante antica, era eseguito sui pali e già questo dice tutto sul radicamento (oltre che sull'equilibrio) che dovevano avere i suoi praticanti per lavorare a due metri da terra su appoggi larghi una spanna.

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