venerdì 13 giugno 2014

Un colpo di grazia: la dama di giada (parte 2)

Yang Cheng Fu esegue Yu nu
Iconografia della giada
Da migliaia di anni, specialmente nei popoli asiatici e americani delle coste pacifiche, la giada ha impreziosito gli accessori di persone importanti e facoltose, costituendo un elemento rappresentativo o comunque propiziatorio di protezione, prosperità e nobiltà d'animo. Tuttavia, anche le persone più umili ne hanno da sempre ammirato i poteri, accontentandosi anche semplicemente di scrivere il suo nome su materiali poveri. Possiamo affermarlo grazie ai ritrovamenti avvenuti nelle antiche sepolture, dove la giada era presente inizialmente in forge molto rudimentali e prive di decorazioni, quindi via via più sofisticate con l'evolversi delle tecniche di lavorazione nei tempi successivi, fino ad arrivare alle mini-sculture di animali simbolici, usate come amuleti in vita e nei corredi funerari.

Oltre alle proprietà curative e scaramantiche, si riteneva che la giada potesse interpretare le virtù indispensabili per guidare la retta azione di ogni essere umano. Il noto pensatore cinese Confucio (kong fuzi, cioè maestro Kong), vissuto intorno al 500 a.C., enunciò con dovizia le (undici) caratteristiche del minerale associate ad altrettante qualità della persona, a costituire una sorta di codice etico esemplare.
Esistono diversi modi di dire cinesi che richiamano l'alta considerazione della giada presso questi popoli, ad es. “pulito come il ghiaccio, puro come la giada” (bing qing yu jie), oppure ancora associando yu ad altri nomi, come attributo per descrivere un bianco o una bellezza impareggiabili.
Sarebbe quindi opportuno, da un certo punto di vista, utilizzare una traduzione più consona al vero significato di yu nu (la signora di giada), come hanno fatto altri paesi (es. fair lady, ecc.), ma noi condividiamo la scelta italiana di mantenere il termine giada, lasciando che provochi la curiosità dei praticanti.
Il valore altamente simbolico di purezza, grandezza e perfezione racchiuso nella giada si esprime anche attraverso il suo ideogramma, presente persino nel nome stesso della Cina, ovvero zhongguo ( 中国 ). Zhong significa “mezzo”, “metà”, come il suo pittogramma chiaramente rappresenta, mentre guo significa “terra”, “paese”, “regno”, che insieme al primo termine crea il significato di “terra di mezzo” (mediterraneo d'oriente!). L'ideogramma di guo è costituito dalla rappresentazione di un imperatore (wang 王) che, con l'aggiunta di un “sigillo”, va a formare il simbolo della giada (yu 玉), a sua volta inserito all'interno di un riquadro, il tutto verosimilmente rappresentativo di una terra governata, illuminata e potente. Interessante notare che l'ideogramma dell'imperatore è formato da tre linee orizzontali, corrispondenti al cielo (linea alta), alla terra (linea bassa) e all'umanità (linea centrale), tenute insieme verticalmente dalla forza unificatrice dell'imperatore (1).
Naturalmente yu è anche un nome femminile.

La giada nelle arti marziali
La giada, data la sua valenza yang, condivide ogni aspetto yang delle arti marziali, comprensivo anche della polarità yin (in preparazione o per reazione), come già accennato.
Nel taijiquan, la tecnica yu nu individua la coesistenza di un atteggiamento di difesa (auto-protezione) e di attacco (spinta) e corrisponde anche alla preparazione di un bloccaggio articolare (sul braccio dell'attaccante, pensato nell'atto di sferrare un pugno), che spesso la segue in molte forme (non solo nella forma 108 yang). Esprime poi, su un piano più individuale, la concordanza tra le diverse parti del corpo, in parte raccolte e in parte estese, tutte convergenti sullo snodo cruciale del bacino (dantian inferiore), nonché la gestione consapevole dello spostamento dei pesi sulle gambe e il radicamento insieme alla disponibilità al cambiamento, in una semplice quanto suggestiva commistione fra grazia e marzialità.
                                                                                                                                        2 - fine

Giovanna Baiguera

Note
(1) Special thanks to Zale R. Dalen (aka David J. Scott) for his outstanding chinese lessons


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